Romano nasce il 21 marzo del 1909. I suoi genitori gli imporranno i nomi Libero ed Elio. Il primo è estremamente significante. Sua madre Maria Rosa apparteneva a una famiglia di garibaldini, repubblicani, proto socialisti, in cui la componente libertaria è pronunciata. Il secondo nome è un omaggio al sole nel giorno dell’equinozio di primavera.

Tutta l’infanzia e l’adolescenza del ragazzo maturano intorno alle due famiglie d’origine: da una parte i Ferretti, esponenti della media borghesia progressista di Acireale, dall’altra i Romano di Assoro, che vantano ascendenze nobiliari e vivono a diretto contatto col mondo agrario dell’entroterra siculo. Qui, nella tenuta di famiglia in contrada Morra, Libero Elio trascorre tutto il tempo che può, maturando una visione bucolica che non lo abbandonerà più.


Il padre Aurelio è magistrato a Catania, la madre è maestra presso l’Educandato Regina Elena del capoluogo etneo. Per sua stessa ammissione, in un quadro familiare composito, diversificato e distante, le figure centrali per la formazione del giovane sono lo zio Gino Ferretti (pedagogo di fama nazionale), Francesco Guglielmino (illustre grecista, suo professore al liceo classico Cutelli), e Giuseppe Lombardo Radice (anch’egli importantissimo pedagogo del panorama italiano tra le due guerre).

Il padre vuole fortemente che Elio si laurei in Giurisprudenza (titolo che finirà per conseguire), ma il ragazzo guarda altrove. Mentre che studia, fa apprendistato presso Saro Spina (1856-1943), un importante pittore di origini acesi, anch’egli in prima linea nel dibattito politico proto socialista catanese agli inizi del secolo. È in questo alveo di frequentazioni progressiste e ambienti familiari antitetici che Libero Elio Romano diventa grande. Le lezioni apprese da giovane ne faranno un animo inquieto, profondamente radicato nella lezione tardo verista del suo maestro di bottega, amante della classicità, riottoso a ogni forma d’ordine e convenzione borghese, Libero nell’animo fino alla morte.

Nel 1928 Libero Elio Romano è a Roma. Sotto l’egida di Lombardo Radice frequenterà la Scuola libera del nudo presso l’Accademia capitolina. È un periodo della sua biografia ancora poco indagato, che tuttavia va considerato di fondamentale importanza nella formazione del giovane. Probabilmente gravita intorno all’entourage di Mario Mafai e Antonietta Raphaël in via Cavour 335, al centro di una vicenda artistica da cui scaturirà di lì a poco la cosiddetta ‘Scuola romana’. Probabilmente vi conosce Felice Carena, docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti a Firenze, assiduo frequentatore degli ambienti romani e laziali (ad Anticoli Corrado, soprattutto) e questo lo induce a guardare in prospettiva verso la Toscana.

Ma il suo animo inquieto, unitamente alla prossimità con Lombardo Radice (personaggio inviso al regime dopo il delitto Matteotti), lo segnala alle autorità e viene espulso dalla Scuola. Così, armi e bagagli in mano, Romano si trasferisce a Firenze dove si iscrive all’Accademia Reale delle Arti del Disegno il 29 maggio del 1929.L’ambiente accademico fiorentino è dominato dalla personalità di Felice Carena. Ma Libero Elio non aderirà mai pienamente alla maniera del suo maestro. Rimarrà fluente tra stagioni novecentiste ed esperienze internazionali, formandosi un linguaggio tutto suo che già nel 1934, appena un anno dopo il diploma, lo segnala alla critica e ai concorsi nazionali più importanti per allora.

A Firenze conosce e sposa Gabriella Pescatori (1904-1990), anche lei figlia di magistrato, anche lei allieva dell’Accademia. A Firenze dialoga di arte, letteratura, poesia e politica nella cerchia della rivista «Solaria» e del caffè ‘Le Giubbe Rosse’, in particolare con Eugenio Montale. A Firenze diventa un artista di fronda. Quando nel 1936 viene fondata la Facoltà di Architettura, Romano è chiamato a insegnarvi ‘Disegno dal vero’. Ma qualcosa si rompe nel sodalizio con la città nella primavera del 1938. Suo padre muore, le leggi razziali mettono a repentaglio la vita di suoi carissimi amici, la questura minaccia rappresaglie nei suoi confronti, tanto che una notte egli è costretto a fuggire per darsi alla macchia. Gabriella e le due prime figlie Antonella e Giovanna ritorneranno in Sicilia precipitosamente; lui le raggiungerà appena possibile. Comincia così l’avventura di Morra.

Dalla primavera del 1938 e per tutto il periodo bellico la famiglia Romano risiede a Morra. Non sappiamo in che modo Libero Elio continui a insegnare a Firenze (fino all’ottobre del ’41 secondo le fonti); sappiamo invece per certo che intorno alla tenuta di famiglia si sviluppa più di una complessa vicenda. Su invito dei coniugi, per scampare alle persecuzioni nazi-fasciste, dal 1939 al ’42 si rifugia in zona l’amica e collega scultrice Ingeborg Franck (1915-2009), giovanissima berlinese ebrea di nascita e comunista per convinzione. Con lei il compagno pittore Helmut Ruhmer (1908-1945), entrambi conosciuti dai Romano a Firenze nella cerchia accademica, della rivista «Solaria» e delle ‘Giubbe Rosse’. Nello stesso torno di anni si consuma la trama del romanzo Le Fluenti stagioni (steso entro il 1945, poi edito con il titolo di Fanuzza, Catania, G. Maimone Editrice 1995). Vista la penuria di materie prime con cui dipingere durante la guerra, Libero Elio prevalentemente scrive, lasciandoci un’opera letteraria dal valore pittorico notevolissimo campita per via delle sole parole.

La fine della guerra porta con sé lo smantellamento del sistema concorsuale, espositivo e premiale che durante il ventennio era rimasto sotto l’egida del Sindacato Fascista di Belle Arti. Ora Romano può dare libero sfogo a quella parte di sé che guarda ai Realismi nuovi, all’Europa, agli Stati Uniti, all’Espressionismo astratto, all’Informale. Una parabola che in Italia dal 1954 in avanti assume i caratteri del cosiddetto Ultimo Naturalismo. In questa piega Romano sembra trovarsi a suo agio, dipinge in forme sempre più dissolte senza mai rinunciare del tutto alla figura, mantenendo sempre il primato panteistico della natura. Sarà forse l’assiduità delle sue frequentazioni alla Biennale di Venezia (1936, 1940, 1950) e alla Quadriennale di Roma (1935, 1948, 1951-52, 1955-56, 1959-60, 1965-66) a suggerirgli un particolare sguardo sulle sperimentazioni internazionali del dopoguerra.

Nel 1964 Libero Elio Romano è chiamato a insegnare ‘Figura disegnata’ presso il neonato Liceo Artistico Statale di Catania. Sarà Nunzio Sciavarrello a coinvolgerlo nell’ambizioso progetto di dare al capoluogo etneo, per la prima volta, una formazione artistica superiore, transitando la città etnea dalla vita e l’educazione di bottega alla formazione scolastica d’impronta statale e ministeriale, da una condizione “vissuta al di sotto delle sue possibilità artistiche” (Frazzetto) alla compiutezza artistica, critica e storica di un centro metropolitano per altri versi considerato ‘capitale’.

Dal 1974 al 1979, passerà ad insegnare ‘Pittura’ presso l’Accademia Statale di Belle Arti etnea, secondo grande progetto metropolitano di Sciavarrello che aveva visto la luce nel 1967. Gli anni dell’insegnamento liceale e accademico corrispondono con una convulsa revisione di tutti i linguaggi fino ad allora adottati, e con il ritorno a una figuratività maggiormente piena, dai contorni meno sfumati. Una sorta di calligrafismo s’impossessa di Romano, facendo la sua pittura più veloce e sintetica.

La grande mostra antologica allestita a Castello Ursino e la pubblicazione contestuale del romanzo Fanuzza nel 1995, rendono omaggio a un grande artista del novecento italiano. Nell'ebrezza del riconosciuto successo espositivo ed editoriale, nulla sembra presagire la morte del maestro, avvenuta l'anno dopo, il 12-07-1996.



     MOSTRE ED ESPOSIZIONI

Di seguito un estratto di mostre, premi ed eventi a cui Libero Elio Romano ha partecipato.

1929 - Mostra d’arte del Sindacato siciliano fascista degli artisti. Palermo.

1930 - Mostra siculo-calabra, Catania, chiesa e convento dei Benedettini.

1932 - mostra collettiva alla Galleria Arbiter

1933 - VI Mostra d'arte toscana del sindacato interprovinciale Fascista di Belle Arti, Firenze.

1934 - Concorso Panerai per l'opera: Contadini a Littoria, Firenze, Reale Accademia delle Arti e del Disegno, primo premio.

1935 (ante) - Fiera di Tripoli, medaglia d'oro.

1935 - II Quadriennale di Roma.

1936 - Biennale di Venezia.

1937 - Elio Romano, Firenze, Accademia delle Arti del Disegno.

1938 - Sette Pittori al Circolo della Stampa, Firenze.

1939/1940 - Premio Stefano Ussi, Società delle Belle Arti, Firenze. Segnalazione per l'opera Giornata a Morra, 1935, olio.

1940- Biennale di Venezia.

1941 - III Mostra del Sindacato nazionale Fascista di Belle arti a Milano.

1942 - Mostra Italo-Tedesca, Catania, Castello Ursino.

1943 - Mostra d'arte italiana, Düsseldorf.

1947 - Mostra personale al Circolo artistico di Catania.

1948 - Premio Firenze, Mostra d'arti figurative.

1952 - VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma - Roma

1955 - Premio Nazionale di Pittura F. P. Michetti, Chieti.

1961 - Estemporanea di pittura organizzata dalla rivista <<mondo contadino>>, Bari.

1966 - Mostra Nazionale Premio del Fiorino, Firenze.

1973 - Personale "Club della Stampa" - Catania

1980 - Le Stagioni di Sicilia, Budapest. 

1984 - Elio Romano, Roma, Galleria MR.

1986 - Elio Romano, Malta, National Museum of Archeology.

1996/1997 - L'Isola di Polifemo, La Sicilia, L'Etna e il Mediterraneo, Tenerife.

2001 - Made in Sicily. Centosettantasei artisti si raccontano, Catania, Galleria d'Arte Moderna.

 

 
 

Per approfondire

  • Elio Romano, Fanuzza, Maimone, Astragali, 1995.
  • Vittorio Ugo Vicari, Un agricoltore assai smozzicato. Formazione fiorentina e residenza siciliana di Libero Elio Romano,
    Alessandro Mancuso, collana "Circuitus Siciliae", 2021.
  • AA.VV., Libero Elio Romano 1909-1996, Saturnia s.r.l, Siracura, 2021.

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